via Cremona 38/a
MANTOVA

Emporio Solidale di Comunità

L’Emporio Solidale di Comunità di Mantova ha la sua attuale sede in via Cremona 38/a, nel quartiere Belfiore. La sua storia è la storia di tante associazioni e realtà che hanno trovato la forza e hanno sviluppato gli strumenti per costruire una rete tra soggetti anche molto eterogenei, in nome di comuni obiettivi di solidarietà, aiuto e lotta allo spreco. In questo percorso, Acli Provinciale APS, Caritas e l’associazione Aval ODV sezione provinciale di Mantova hanno avuto un ruolo molto importante, facendosi forti delle prime esperienze e sperimentazioni in materia di redistribuzione alimentare sul territorio. È un percorso che inizia nel secondo decennio degli anni Duemila, quando Acli APS inizia ad interloquire con gli enti pubblici locali per sondare le disponibilità ad agire su un progetto di emporio solidale, fino a quel momento assente sul territorio comunale. L’esperienza del recupero di eccedenze si ispira a un progetto attivato dalle ACLI di Verona (mutuato dall’università di Bologna): Last Minute Market, che ebbe una sua temporanea sperimentazione sul territorio mantovano, della durata di un anno. A livello operativo, il primissimo germoglio di esperienza Acli realizzato negli anni 2012-2013 è stato quello del farsi da garante e tramite tra associazioni e fornitori locali (ad esempio tra Cir e Villaggio SOS, a cui la Cir consegnava giornalmente dieci pasti), occupandosi della parte operativa e rendicontativa. In pratica un ruolo di intermediazione e intercettazione di soggetti da mettere in rete. Il passo successivo, nel 2018, vede la sottoscrizione di un protocollo di intesa tra Acli APS, Comune di Mantova, Centro di Servizio per il Volontariato e l’Associazione “Il Faro”, piccola ma ammirevole realtà di quartiere che si occupava di distribuzione alimentare ai più bisognosi, per una sperimentazione della durata di due anni del progetto di recupero e redistribuzione delle eccedenze alimentari. Dalle prime esperienze quasi pionieristiche dei primi anni di attività a una struttura consolidata come quella attuale non si può arrivare senza una forte determinazione e lungimiranza. È ciò che è avvenuto e che ha portato Mantova ad ampliare il modello Acli di Verona, fermo ad un pur capillare ruolo di intermediazione, ma senza uno spazio fisico a disposizione. La specificità della Rete degli Empori del Mantovano sta nel fatto che ciascun emporio ha un suo spazio fisico dove recarsi, mentre in altre provincie il servizio è fornito a domicilio, tramite consegna di pacchi. Ciò risponde alla volontà di non limitarsi all’assistenzialismo in senso stretto, bensì di cercare di stimolare l’autonomia dei beneficiari, che sono chiamati – ovviamente ove possibile – ad attivarsi in prima persona per il proprio approvvigionamento alimentare. A febbraio 2021 un nuovo protocollo si allarga fino a comprendere tredici soggetti tra associazioni, enti e istituzioni (Acli sede Provinciale di Mantova APS, Comune di Mantova, Centro di Servizio per il Volontariato Lombardia Sud, Agesci Gruppo Mantova 7, Associazione Abramo ONLUS, Associazione Agape ONLUS, Associazione Libra ONLUS, Associazione Porta Gulia Hofer ODV, Aval ODV sezione Provinciale di Mantova, Centro Aperto APS, Centro di Aiuto alla Vita, Croce Rossa Italiana Comitato di Mantova, Laboje Associazione di volontariato); il dato più evidente è la varietà dei soggetti coinvolti: ciascuno con una sua identità e specificità, non necessariamente affini per provenienza o storia. Tutti partono dalla condivisione di un obiettivo comune, la riduzione dello spreco alimentare e il supporto alle persone in difficoltà. Compiti comuni, modalità da condividere: tutti sottolineano che l’emporio non è proprietà o giurisdizione di Acli APS (che pure è capofila del progetto), o del Comune o di qualsiasi altro ente, appartiene alla comunità. Questo è il principio che non deve mai venire meno. Il nuovo punto di forza è la complementarietà resa possibile dalle diverse associazioni, che mettono a disposizione le loro specificità anche e soprattutto all’atto pratico: ad esempio, si sta verificando la possibilità da parte dell’associazione Centro Aperto APS di fornire il suo servizio di trasporto alla persona a quei beneficiari che non hanno la possibilità di raggiungere l’Emporio autonomamente. La capillarità della rete di associazioni consente anche di raggiungere un bacino d’utenza potenziale molto più ampio. Maggiore è il numero di “sentinelle” sul territorio, maggiori sono le possibilità di intercettare chi si trova in una situazione di necessità ma non ha strumenti o risorse per ottenere supporto. Il prezioso lavoro delle varie associazioni si concretizza anche in questo: intercettare, registrare ed eventualmente segnalare ai servizi sociali casi di difficoltà fino a quel momento nascosti, per poi eventualmente attivare il percorso di sostegno migliore, sia esso una effettiva presa in carico da parte dei servizi sociali o anche solo la costruzione di una relazione di ascolto reciproco. La rete ha dato la possibilità di allargare i servizi sui determinati aspetti di necessità, non solamente o esclusivamente quelli legati al sostegno alimentare, ed ogni associazione ha la possibilità di mettere a disposizione le proprie competenze e energie. In altre parole, la rete si arricchisce delle specificità di ciascuna associazione che la compone, e le associazioni hanno maggiori possibilità di implementare o canalizzare il proprio intervento. Come si gestiscono i rapporti tra così tanti soggetti con le loro specificità? A partire dalla consapevolezza che a fare le cose sono le persone, e che quindi è fondamentale trovare dialogo e sintesi tra chi concretamente si attiva nelle pratiche di solidarietà della Rete e dell’Emporio. A ciò si accompagna il già citato concetto di complementarietà: lo sforzo più grande è quello di trovare un’efficace divisione dei compiti secondo tale principio, in modo da evitare dispersione di forze e sovrapposizioni di mansioni. Per questo si rende necessaria la presenza di un soggetto che abbia un ruolo di coordinamento (nel caso dell’Emporio Solidale di Comunità di Mantova, si tratta di Acli APS). Alla base di tutto rimangono sensibilità e rispetto del ruolo dell’altro, tanto a livello personale quanto di soggetti associativi. Se questo avviene in maniera virtuosa, può dare luogo a miglioramenti pratici. È il caso della re-distribuzione dei generi alimentari tra Emporio di Mantova e magazzino Caritas: entrambi i soggetti mettono a disposizione i rispettivi alimenti nel caso in cui uno dei due ne fosse carente, al fine di avere una maggiore varietà di generi alimentari. Essere Emporio di Comunità significa anche saper far fronte ai cambiamenti spesso improvvisi del contesto in cui si opera. Le comunità si evolvono e fisiologicamente cambiano la loro composizione. L’Emporio di Mantova ha affrontato questo tipo di trasformazione con lo scoppio della guerra in Ucraina e il conseguente arrivo di numerose famiglie di rifugiati nel Mantovano. Improvvisamente si rendeva necessario aumentare gli sforzi per accogliere e sostenere un numero sensibilmente aumentato di persone. Le difficoltà non sono mancate, prima di tutto quelle di tipo logistico, dato che più o meno improvvisamente l’Emporio di via Cremona si è trovato ad assistere quaranta famiglie in più rispetto al consueto. Si è reso dunque necessario organizzare gli ingressi all’Emporio in base a un sistema di prenotazione a cadenza settimanale tramite appuntamento. In questo modo l’Emporio può garantire di servire circa novanta famiglie ogni fine settimana. L’Emporio di Mantova ha in progetto un trasferimento in uno spazio più ampio. La possibilità di impiegare una nuova sede fa da stimolo a nuovi auspici: per il futuro è forte e diffusa l’intenzione di rendere l’emporio anche uno spazio di socialità, che non si limiti a luogo deputato per il reperimento di generi di prima necessità, ma che possa diventare un punto di riferimento per i beneficiari in termini di aggregazione e incontro al di là della stretta contingenza. L’esperienza dell’Emporio Solidale di Comunità di Mantova dimostra come strutturarsi in una rete coordinata di soggetti che condividono gli stessi valori e obiettivi, nel rispetto dell’identità di ciascuna realtà dove la diversità non è considerata ostacolo ma valore aggiunto proprio della Rete, sia uno strumento importantissimo, il più efficace per raggiungere obiettivi e traguardi che se affrontati singolarmente possono risultare inaccessibili. Essere riusciti a costituire una rete degli empori mantovani ha permesso e sta permettendo di lavorare più e meglio. Lavorare più e meglio significa aiutare più persone a far fronte alle difficoltà per permettere loro di superarle e di riottenere stabilità e autonomia a partire dal rispetto della propria dignità.

Gazzetta Ufficiale - Disposizioni limitazione degli sprechi
Accordo e carta valori Rete Empori
Opuscolo Rete degli Empori